L’UOMO CHE ODIAVA SHERLOCK HOLMES di Graham Moore (Rizzoli)

Immagina questa scena: la pioggia batte contro i vetri spessi di una finestra. Fuori, in Baker Street, il chiarore dei lampioni a gas è così fioco che a malapena raggiunge il marciapiede. Turbini di nebbia vorticano nell’aria e la luce conferisce loro una sfumatura giallo pallido. Il mistero si cela in ogni angolo buio, in ogni stanza buia. Un uomo compare in questo modo oscuro e brumoso e deduce la storia della tua vita osservando il taglio delle maniche della tua camicia. Dissipa le tenebre con il solo aiuto della sua intelligenza e della sua pipa. Ti sfido a negare che non sia terribilmente romantico.

Dopo aver letto “Il verdetto”, uscito di recente per Neri Pozza, ho voluto prendere subito un altro vecchio libro di Graham Moore e ho fatto bene!
Anche questo è un giallo, ovviamente, ma è anche un pochino un romanzo storico, il che non guasta mai.
La storia si sviluppa infatti su due binari: da una parte durante un convegno di Sherlockiani, Alex Cale, un famoso studioso di Conan Doyle, viene trovato morto nella sua camera, un laccio intorno al collo e sul muro, scritto sol sangue, la parola “elementare”. Sembrerebbe un omicidio ispirato al romanzo Uno studio in rosso, il primo che ha come protagonista Sherlock Holmes. Sarà compito di Harold White scoprire cosa sia successo veramente e dove sia finito il misterioso diario di Conan Doyle che mai prima d’ora era stato ritrovato dopo la morte del suo autore, e che Cale aveva annunciato di aver scoperto. Dall’altra parte invece seguiamo lo stesso Conan Doyle nel periodo del così detto Grande Iato, quegli anni in cui, stanco della celebrità del suo personaggio, aveva deciso di farlo morire in un ultimo scontro col suo acerrimo nemico Moriarty. Nel misterioso diario scomparso sono raccontati proprio quei mesi in cui Conan Doyle cambia idea prima di resuscitare Holmes e di restituirlo ai suoi lettori con Il mastino dei Baskerville. Potete ben capire come per gli appassionati questo diario sia come il Santo Graal e come il desiderio di leggere quelle pagine possa portare qualcuno di loro a commettere persino un omicidio.

Moore mescola finzione e realtà ed è difficilissimo capire quale sia l’una e quale l’altra, di sicuro, prima di arrivare all’ultimo capitolo, dove l’autore spiega quali sono le parti inventate, è molto appassionante immergersi in un’avventura piena di colpi di scena e di aneddoti sul giallista più famoso del mondo.

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